Ogni nuovo inizio con un amico a quattro zampe passa da un gesto fondamentale quanto spesso trascurato: il passaggio di proprietà. Non è solo una formalità, ma un atto che certifica legalmente chi si prende cura del cane, ne tutela il benessere e ne assume la responsabilità.
Che tu stia adottando, regalando o ricevendo in affido un cane, sapere cos’è e come funziona il passaggio di proprietà è il primo passo per partire con la zampa giusta. In questo articolo ti spieghiamo quando è necessario, quali documenti servono, cosa dice la legge e come fare per non sbagliare. Perché dietro ogni coda scodinzolante… c’è una persona che ha fatto tutto per bene.
Cos’è il passaggio di proprietà del cane e perché è importante
Quando si parla di passaggio di proprietà del cane, ci si riferisce alla registrazione ufficiale del cambio di intestatario presso l’anagrafe canina. Ogni cane in Italia, infatti, deve essere iscritto all’anagrafe regionale entro 60 giorni dalla nascita o dall’acquisto, e deve essere identificato tramite microchip. Nel momento in cui l’animale cambia proprietario — a seguito di una vendita, un’adozione o un trasferimento gratuito — è obbligatorio aggiornare i dati presenti nei registri pubblici, comunicando il trasferimento entro 15 giorni.
Questa procedura è fondamentale non solo per motivi legali, ma anche per la tutela del benessere animale. Il nuovo proprietario, una volta registrato, diventa ufficialmente responsabile della salute, della sicurezza e della cura del cane. Inoltre, il passaggio corretto consente di evitare controversie in caso di smarrimento, furto o problematiche legate alla detenzione dell’animale.
Come funziona il passaggio di proprietà del cane
Il processo può variare leggermente da regione a regione, ma in linea generale il passaggio di proprietà prevede che entrambi i soggetti coinvolti — cedente e acquirente — si rechino presso la ASL veterinaria di competenza, portando con sé un documento d’identità, il libretto sanitario del cane e il codice fiscale. In alcune regioni è possibile anche effettuare la procedura tramite veterinari abilitati, oppure, se previsto, online tramite i portali regionali.
Una volta verificata la presenza del microchip e l’identità del nuovo proprietario, la ASL provvede all’aggiornamento dell’anagrafe canina, rilasciando un nuovo certificato d’iscrizione con i dati del nuovo intestatario. In casi particolari, come trasferimenti tra regioni diverse o verso l’estero, potrebbe essere richiesto anche un certificato di buona salute, rilasciato da un veterinario.
Cosa succede in caso di spedizione del cane all’estero
Se il cane deve essere trasferito in un altro Paese, la questione si complica leggermente. Ogni Paese ha requisiti specifici per l’ingresso di animali da compagnia, quindi è essenziale informarsi con anticipo presso l’ambasciata o il consolato di riferimento. In genere, serviranno:
- Passaporto europeo per animali da compagnia, rilasciato da un veterinario autorizzato
- Vaccinazione antirabbica in corso di validità
- Microchip leggibile secondo standard ISO
- Talvolta, test sierologici o periodi di quarantena
Inoltre, nel caso di una spedizione del cane via aereo o tramite trasportatori specializzati, è indispensabile affidarsi a operatori esperti e certificati. Il trasporto deve avvenire nel pieno rispetto delle normative IATA Live Animals Regulations, che regolano il benessere dell’animale durante il viaggio.
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Conclusione: precisione, responsabilità e attenzione alle normative
Il passaggio di proprietà del cane non è solo un atto burocratico, ma un gesto di responsabilità verso l’animale e verso la collettività. Affrontarlo con attenzione, seguendo ogni fase nel rispetto delle norme, garantisce una transizione serena e sicura. E se il tuo amico a quattro zampe è pronto a partire per una nuova avventura internazionale, non lasciare nulla al caso: informati, pianifica e affidati a professionisti del settore per un viaggio comodo, sicuro e senza imprevisti.