Il ritmo delle estinzioni animali è stato determinato e accelerato dall’azione dell’uomo.
La vita sulle terra si è originata grazie a semplici composti chimici che successivamente si sono aggregati in forme più complesse dando vita ad una vastissima complessità di specie viventi, che purtroppo oggi, risulta essere fortemente diminuita ed a rischio estinzione.
L’estinzione é un meccanismo naturale che é sempre esistito, ne é un esempio il cataclisma naturale che ha portato alla sparizione dei dinosauri favorendo l’avvento dell’uomo. Tuttavia, negli ultimi 150 anni, molte specie animali sono scomparse a causa all’azione incontrollata dell’essere umano che con la deforestazione, l’agricoltura intensiva, l’urbanizzazione di intere aree e l’inquinamento su scala globale ha determinato la scomparsa del loro habitat.
Sempre più in aumento è anche il commercio illegale, ed il bracconaggio di specie protette. La biodiversità animale è, quindi, in pericolo, e secondo gli scienziati si sta arrivando ad una vera e propria distruzione di massa che porterà alla scomparsa di molte specie viventi. Nonostante i piccoli passi in avanti che sono stati fatti con le leggi tese alla salvaguardia delle specie animali, l’uomo riesce a mettere a rischio la sopravvivenza di qualsiasi specie che si tratti di uccelli, anfibi, mammiferi e rettili.
La causa principale che è alla base di questo rischio è il cambiamento climatico che sta pian piano distruggendo i loro habitat. E’ di circa un mese fa la triste notizia della morte dell’ultimo esemplare maschio di rinoceronte bianco dell’Africa Settentrionale che ha decretato l’estinzione di questa specie. In Sudafrica, i bracconieri stanno facendo strage dei rinoceronti rimasti, perché la richiesta del loro corno è enorme. Ma è tutto frutto di una falsa credenza. Nei paesi asiatici, in particolare in Vietnam, è diffusa infatti la convinzione che la polvere di corno di rinoceronte abbia poteri quasi miracolosi: riesce ad abbassare la febbre, ad alleviare i dolori, curare l’impotenza e persino malattie più gravi. Ma si tratta di sola superstizione. Il corno del rinoceronte è fatto semplicemente di cheratina, come le unghie e i capelli umani, e sembrerebbe non avere alcuna proprietà terapeutica.
La popolazione di tigri siberiane è tornata a crescere
Grazie ai tanti programmi di protezione alcune specie animali, come la tigre siberiana e il panda cinese, si sta invertendo il trend negativo di estinzione. La popolazione della tigre siberiana (Pantheratigris altaica), tipica delle regioni asiatiche ha avuto un importante incremento passando da circa i 20 esemplari degli anni ‘30 ad oltre i 500 esemplari attuali tra cui circa 100 cuccioli.
Tuttavia tale incremento ha portato, di conseguenza, ad un aumento dei conflitti tra uomo-tigre. Statistiche alla mano, gli attacchi all’uomo ed al bestiame sono raddoppiati rispetto al 2010. La causa principale è da ricondurre proprio al bracconaggio che oltre a costituire la primaria causa di morte delle tigri rappresenta anche la fonte proprio degli attacchi subiti dagli uomini. Basti pensare che gli scienziati, ad esempio, hanno riscontrato che oltre la metà degli attacchi da parte delle tigri nei confronti degli uomini provengono proprio da tigri ferite da colpi di arma da fuoco o trappole, mentre solo in 22% per cause naturali. Una tigre dell’Amur può, infatti, mostrarsi particolarmente aggressiva proprio a seguito di attacchi da parte dei bracconieri, ovvero, mentre è nell’intento di difendere la sua preda o i suoi cuccioli. Altro aspetto negativo del bracconaggio, è dato dal fatto che le tigri ferite hanno una maggiore propensione ad attaccare il bestiame perché incapaci di cacciare le prede selvatiche.
Sì è cercato ad ogni modo di porre rimedio all’incresciosa situazione attraverso l’adozione di misure idonee, tra le quali quella di creare dei centri di riabilitazione per le tigri ed altri animali selvatici. Per arginare il fenomeno degli attacchi agli uomini, inoltre, sono state predisposte in Russia delle squadre di RapidResponse finanziate dal governo con lo scopo di evitare che le tigri feriti possano raggiungere i luoghi frequentati dagli uomini.
Secondo gli esperti del WWF questo successo è da attribuire ad una maggiore protezione dell’habitat e ad un impegno più efficiente delle autorità per conservare questo raro felino. Non solo: sono aumentate le pene, diventate più efficaci nei confronti dei bracconieri e sono state prese delle misure per arginare la caccia illegale di ungulati, un’importante fonte di cibo per i grandi felini. E così il Bhutan, insieme al Nepal, l’India, la Russia ed il Bangladesh è riuscito finalmente a contare la sua popolazione, un passaggio fondamentale per poter mettere in campo tutte le azioni utili per preservare questa specie unica e per cercare di raggiungere l’ambizioso risultato di duplicare la popolazione di tigri entro il 2022.
A cura di Annuccia Toriello