Secondo un diffuso luogo comune, la quantità di acqua che si consuma usando la lavastoviglie è nettamente superiore a quella che viene utilizzata quando si lavano i piatti a mano. In realtà non è così, dal momento che l’elettrodomestico – ipotizzando di lavare lo stesso numero di stoviglie e di ottenere gli stessi risultati in entrambi i casi – si dimostra molto più conveniente. Ciò è vero a maggior ragione nel caso in cui si opti per un modello di recente costruzione: le soluzioni più avanzate dal punto di vista tecnologico, infatti, sono quelle in grado di assicurare il più consistente risparmio idrico.

Perché scegliere i modelli più recenti

I modelli più evoluti hanno bisogno di non più di 12 litri di acqua per ciascun ciclo di lavaggio, ma in alcune circostanze si può arrivare appena a 6 litri. Al di là dei consumi di acqua, poi, anche quelli di corrente elettrica sono nettamente inferiore tra gli apparecchi più recenti: il consiglio degli esperti è quello di non comprare mai una lavastoviglie (così come qualsiasi altro elettrodomestico) di classe energetica inferiore alla A+; meglio ancora se si tratta di A++ o di A+++. Per valutare un nuovo acquisto entra nella pagina delle lavastoviglie su yeppon.it, troverai molte offerte e schede prodotto dettagliate.

Perché si risparmia

Il risparmio idrico di una lavastoviglie è garantito da sistemi di erogazione dell’acqua innovativi. Nel momento in cui si risparmia acqua, per altro, anche i consumi di energia si riducono, in quanto c’è bisogno di meno corrente elettrica per far sì che l’acqua venga riscaldata alla temperatura richiesta per il lavaggio, che in base al programma che si seleziona può andare da un minimo di 40 gradi a un massimo di 70. La presenza di sistemi di filtraggio tra i risciacqui all’avanguardia, pertanto, diminuisce in modo consistente i consumi.

Il confronto tra la lavastoviglie e il lavaggio a mano

Ipotizzando di avere a che fare con un elettrodomestico di dimensioni standard, una lavastoviglie a pieno carico è in grado di lavare più o meno tra i 12 e i 14 coperti, il che vuol dire il numero di stoviglie necessari per altrettanti pasti (includendo le tazzine per il caffè, i bicchieri e le posate). In media, un modello di classe A ha bisogno di 15 litri di acqua per ogni ciclo. Tenendo conto di questo dato, il confronto con il lavaggio a mano è quasi impietoso a sfavore di quest’ultimo, che può richiedere il consumo di ben 70 litri di acqua. Appare evidente che con la lavastoviglie si può beneficiare di un risparmio concreto solo a condizione che essa venga adoperata a pieno carico e in maniera appropriata.

Il riscaldamento dell’acqua

Come si è detto, il più rilevante assorbimento di energia che si verifica con un lavaggio eseguito con una lavastoviglie è determinato dal riscaldamento dell’acqua (lo stesso, per altro, accade quando si usa la lavatrice). Proprio per questo motivo, tra gli apparecchi di ultima generazione ci sono dei modelli che mettono a disposizione l’opportunità di caricare acqua calda di rete all’interno della vasca: si può usare, quindi, acqua che è stata riscaldata grazie alla caldaia o per mezzo dello scaldabagno, invece che sfruttare le resistenze interne della lavastoviglie. Si tratta di una soluzione decisamente ecologica, dal momento che il risparmio di energia calcolato può arrivare fino al 35%. Ma non è tutto, perché il risparmio può diventare ancora più elevato nel caso in cui il riscaldamento dell’acqua sia garantito da un generatore di calore alimentato con un sistema a pannelli solari termici.

Le funzioni elettroniche

Le lavastoviglie che presentano funzioni elettroniche hanno la capacità di selezionare in maniera automatica le opzioni di lavaggio migliori a seconda dei casi: anche questo favorisce consumi ottimizzati, oltre a determinare una maggiore autonomia di funzionamento degli apparecchi. Il livello di torbidità dell’acqua viene registrato in occasione del primo risciacquo, così che possa essere selezionato il ciclo di lavaggio più appropriato.