La nanotecnologia nei prodotti Bio-Naturali: tutto quello che c’è da sapere
Come impiegare la nanotecnologia nei prodotti Bio-Naturali per pulire proteggendo anche l’ambiente.
Ogni volta che si pulisce un ambiente, sembra che non vi sia alternativa tra l’ottenere un buon risultato ma fare del male all’ambiente, o impattare in modo ‘green’ sul pianeta a costo di una pulizia poco efficace. Oggi tutto questo può dirsi superato, grazie all’innovazione della nanotecnologia nei prodotti Bio-Naturali per la pulizia. Vediamo di cosa si tratta e come funziona questa nuova scoperta.
Nanotecnologia nei prodotti Bio-Naturalial: la nuova sfida green
In un mondo sempre più attento alla bio-sostenibilità e alla bio-compatibilità, non è più possibile produrre prodotti che non rispettino l’ambiente e non inquinino. La nuova mission è green, e le aziende ne hanno fatto un cavallo di battaglia, come nel caso di Ecosphere ad esempio.
La nuova frontiera del pulito dunque utilizza la tecnologia delle nanoparticelle per ottenere un risultato impeccabile ad impatto zero. Come funziona esattamente questa nuova tecnologia?
Innanzitutto i prodotti sono biodegradabili e completamente naturali.
Vengono inoltre impiegati sia nelle case private che nelle grandi aziende che necessitano di una pulizia efficace e profonda.
Per comprendere immediatamente la differenza con i prodotti di uso quotidiano, basti pensare che la quasi totalità dei detergenti oggi viene prodotta dalla sintesi di sostanze che non sono rinnovabili, e che quindi non possono essere considerate eco-sostenibili.
È sufficiente leggere l’etichetta apposta sui comuni flaconi per capire l’impatto che questi hanno non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute di chi li usa.
Nel migliore dei casi si parla di prodotti irritanti, che possono arrivare ad assere etichettati come pericolosi per la vita. Non è dunque più possibile l’impego di queste sostanze.
Come funziona la nanotecnologia nei prodotti Bio–Naturali
Sindrome da edificio malato. Con questo termine che fa davvero impressione, il cui acronimo in inglese è SDS, si intende uno stato clinico, riconosciuto anche dalla scienza ufficiale, che deriva dall’esposizione prolungata fino al cronico alle sostanze tossiche contenute nei prodotti per la pulizia che si impiegano proprio negli edifici (case, uffici, aziende).
Si pensi al semplice acetone per le unghie, o al cloro contenuto nell’acqua del rubinetto, per non parlare dei solventi per diluire le vernici o della famigerata ‘trielina’. Si parla in questo caso di esposizione ai VOC (composti organici volatili), causa di allergie, irritazioni, malattie respiratorie fino addirittura al cancro.
Quando poi queste sostanze finiscono negli scarichi, si disperdono nell’aria e nell’acqua, e come abbiamo visto non sono degradabili al 100%.
Ecco a cosa servono i detersivi e i detergenti naturali che usano la nanotecnologia. Hanno VOC praticamente nulli o bassissimi, e sono biodegradabili.
Vengono prodotti per la maggior parte, invece che partire dalla sintesi chimica di sostanze non sostenibili, da piante o olii naturali, lavorati in modo sicuro e progettati per strutturarsi in supermolecole che lavano anche meglio dei prodotti classici ma non impattano sull’ambiente.
La tecnologia usata è la cosiddetta ‘cavitazione’.
Il processo della cavitazione nella nanotecnologia dei detergenti
Per cavitazione si intende un processo che non ha nulla di chimico, ma si basa su passaggi meccanici e termici, cioè legati alla temperatura.
In questo modo è possibile prima estrarre e poi trattare le sostanze naturali che daranno vita alle supermolecole dei prodotti finiti.
Per ottenere queste molecole, si utilizzano gli ultrasuoni, che servono per comprimere e rompere, per poi unirle in nuove strutture, le molecole base.
Giocando letteralmente con le molecole, si possono creare anche altri composti del tutto sicuri che sono pensati specificatamente per avere delle qualità detergenti ancora più potenti.
Ecco perché la nanotecnologia nei prodotti Bio-Naturali crea prodotti efficaci anche se ecosostenibili.